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Prima o poi l’Italia si riprenderà?

pil italia germaniadi Sergio Ferrari, Riccardo Leoni, Stefano Lucarelli, Paolo Pini e Roberto Romano

La minore crescita del Pil nazionale rispetto alla media europea suggerirebbe molta cautela nell’analisi e nelle previsioni economiche. È da più di 20 anni che l’Italia non aggancia la “crescita” internazionale. Tutti gli istituti di ricerca concordano sul fatto che il deprezzamento dell’euro e del prezzo del petrolio favoriranno la crescita economica, assieme al quantitative easing (QE) della BCE che dovrebbe, lungo la catena di trasmissione dei tassi di interesse, ridurre il tasso di interesse praticato dalle banche alla clientela ed i tassi sul debito pubblico, liberando risorse per nuovi investimenti. Nonostante la vistosa perdita del potenziale produttivo, i margini di capacità inutilizzata sono ancora elevati per cui liberare risorse è una condizione necessaria ma non sufficiente affinché si attivino dei nuovi investimenti.

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Arrestare l’italicum

ItalicumPetizione del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale – L’avvicinarsi del voto in Aula sull’Italicum dà luogo, per il merito e il metodo delle scelte fin qui praticate, a preoccupazioni e timori. È grave che si arrivi a una legge elettorale che non cancella le storture del Porcellum, e non tiene conto dei chiari principi posti dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 1 del 2014, sulla rappresentanza e sul voto libero ed uguale come pietre angolari del sistema democratico. Principi che vengono ulteriormente lesi dalla riforma costituzionale, contestualmente in discussione, che da un lato addirittura elimina il diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti in Senato – in chiara violazione dell’art. 1 della Costituzione – e, dall’altro, determina una abnorme concentrazione di poteri in favore dell’esecutivo e in particolare del Presidente del Consiglio.

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L’autobiografia di Nerio Nesi

nerio nesiVenerdì 24 aprile, alle ore 18,30, a Torino, presso il Circolo dei Lettori, in Via Bogino 9, verrà presentato il libro autobiografico di Nerio Nesi, edito da Aragno, dal titolo “Al servizio del mio Paese”. Introduce Luigi Bonanate – che ha curato la prefazione –  e intervengono i professori Luciano Canfora e Mario Deaglio.

Nerio Nesi nasce a Corticella, un piccolo centro della “bassa” emiliana, studia giurisprudenza nell’Università di Bologna. Entra ben presto nel movimento giovanile della sinistra, e sviluppa molti collegamenti in tutta Europa. Negli anni Cinquanta si trasferisce a Torino e lavora sotto la guida di Bruno Vasari, alla RAI.

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LE VITTIME DIMENTICATE DEI BOMBARDAMENTI ALLEATI

Corso Acqui e soms bombardamenti 1944di Renzo PENNA I bombardamenti alleati sconvolsero la città di Alessandria, soprattutto nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale, provocando 559 morti, danneggiando e distruggendo gran parte delle abitazioni e degli edifici pubblici. Le incursioni più violente si ebbero il 30 aprile 1944 e il 5 aprile 1945. Le sirene che annunciavano gli allarmi-aerei entrarono in funzione oltre mille volte.  “Era caduto Mussolini, con lui il fascismo e, dopo 45 giorni, l’8 settembre 1943 con l’annuncio dell’armistizio e l’illusione che la guerra fosse finita. Cinque giorni prima gli americani, conquistata la Sicilia, avevano messo piede sul continente. Dopo quell’annuncio alla radio – alle 19,45 – del maresciallo Badoglio, ad Alessandria, come nel resto del paese, la gente era uscita di casa a cercare conferme, euforica aveva accantonato le precauzioni dell’oscuramento e sperato davvero, per qualche ora, nella fine del conflitto. L’Italia era in guerra da 1.184 giorni, il disagio, la stanchezza, l’incertezza del futuro pesavano sull’animo dei cittadini, mentre il progressivo razionamento dei generi alimentari aveva peggiorato le condizioni di vita e la carenza alimentare, se non la fame, preoccupava le famiglie, in primo luogo, per lo stato dei bambini e di chi doveva lavorare.”

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Cara sinistra, basta disprezzare il popolo

popolo-poverodi Alessandro Gilioli – l’Espresso 25 marzo 2015 Un intellettuale francese – Jack Dion – scrive un saggio durissimo contro i partiti che si sono dimenticati il popolo. A Parigi è diventato un caso. Ma potrebbe essere molto utile anche nel dibattito politico italiano. “Nel 1974 il cancelliere tedesco Helmut Schmidt, socialista, diceva che i profitti di oggi avrebbero costituito gli investimenti di domani e i posti di lavoro di dopodomani. Forse all’epoca poteva essere vero. Nel 2015 invece i profitti di oggi costituiscono solo i dividendi di domani e la disoccupazione di dopodomani. Peccato che la sinistra, in Europa, non se ne sia accorta. E, non essendosene accorta, crede ancora in questo mercato, pensando che sia uguale a quello di quarant’anni fa come strumento di emancipazione dalla povertà e dalla subalternità sociale. Quando invece è diventato mezzo di concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi. Un fenomeno più evidente nel paese in cui è iniziato, cioè gli Stati Uniti: dove da sei anni il 95 per cento della crescita viene confiscato dall’uno per cento di popolazione più ricca. Ma la stessa dinamica è presente ovunque, in Occidente: compresi gli Stati che avevano storicamente strumenti di welfare e di redistribuzione, gradualmente smantellati con le varie leggi sulla “flessibilità” e le privatizzazioni. Continua la lettura di Cara sinistra, basta disprezzare il popolo

UNIONS! – Manifestazione Nazionale Fiom-Cgil a Roma il 28 marzo ’15

fiom 28 marzo 2015 roma Unions!La Manifestazione Nazionale “UNIONS”, promossa dalla Fiom-Cgil, che si terrà a Roma il 28 marzo 2015 si svolgerà a Piazza del Popolo, dove convergerà il corteo. Il corteo partirà alle ore 14 da Piazza della Repubblica (Piazza Esedra) e seguirà il seguente percorso: Via Vittorio Emanuele Orlando, Largo di Santa Susanna, Via Barberini, Piazza Barberini, Via Sistina, Piazza Trinità dei Monti, Viale Trinità dei Monti, Via Gabriele D’Annunzio, per concludersi a Piazza del Popolo dove si terrà il comizio finale. Sul Palco si alterneranno Le voci dei lavoratori e la musica de “Il Muro del canto” per arrivare all’intervento conclusivo di Maurizio Landini. A seguire ancora musica per chiudere la manifestazione.

Prima o poi l’Italia si riprenderà?

goccia italiadi Sergio Ferrari, Riccardo Leoni, Stefano Lucarelli, Paolo Pini e Roberto Romano

La minore crescita del Pil nazionale rispetto alla media europea suggerirebbe molta cautela nell’analisi e nelle previsioni economiche. È da più di 20 anni che l’Italia non aggancia la “crescita” internazionale. Tutti gli istituti di ricerca concordano sul fatto che il deprezzamento dell’euro e del prezzo del petrolio favoriranno la crescita economica, assieme al quantitative easing (QE) della BCE che dovrebbe, lungo la catena di trasmissione dei tassi di interesse, ridurre il tasso di interesse praticato dalle banche alla clientela ed i tassi sul debito pubblico, liberando risorse per nuovi investimenti. Continua la lettura di Prima o poi l’Italia si riprenderà?

La necessità di una risposta socialista

psi con falce, martello e librodi Sergio Ferrari – “Non si tratta ormai di tentare di capire la politica del Governo Renzi, cioè di un Governo che pretende di rappresentare, almeno a parole, anche la sinistra oggi in Italia. Sarà bene incominciare ad eliminare questa pretesa non per spirito polemico ma semplicemente per fare chiarezza: il Governo Renzi è un buon governo di centro. E d’altra parte come chiamare un Governo la cui politica economica e sociale è dettata – ormai è quasi ufficiale – dalla Confindustria? Si possono fare in proposito degli esercizi paraculturali intorno all’ideologia liberista, ma quello che interessa è sapere se le forze che lo sostengono, oltre a mugugnare, sono in grado di avere un’identità che non comprenda anche il principio secondo il quale “il partito ha sempre ragione”. Non è un invito ad uscire dalle attuali collocazioni, ma un richiamo a partecipare alla ricostruzione di una sinistra superando vecchi difetti.

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IL JOBS ACT: UNA REGRESSIONE CULTURALE

lo statuto e l'Avantidi Renzo Penna – “Quando – il 20 maggio 1970 – con la legge 300 fu approvato lo “Statuto dei diritti dei lavoratori”, furono in molti ad affermare che la Costituzione della Repubblica, finalmente, faceva il suo ingresso ed entrava nelle fabbriche, negli uffici, nei luoghi di lavoro. Dalla sua promulgazione erano dovuti trascorrere ben 22 anni, ma, infine, si poteva affermare che i principi fondamentali della Carta, in particolare gli articoli 1, 3 e 4 iniziavano ad avere effettiva applicazione. Lo statuto ha un padre: il socialista Giacomo Brodolini, ministro del Lavoro in un governo di centrosinistra alla fine degli anni sessanta. Fu lui a concepire quell’insieme di norme, con l’apporto di un fine giurista come Gino Giugni, ma, per una grave malattia, non poté assistere all’approvazione della suo ambizioso progetto che fu portato a termine dal suo successore: Carlo Donat Cattin, leader della corrente Forze Nuove della Democrazia Cristiana”.

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La recensione di R. Romano del volume di S. Ferrari “Società ed economia della conoscenza”

società di SFRecensione di Roberto Romano al volume “Società ed economia della conoscenza” di Sergio Ferrari  (Ed. Mnamon, Roma 2014) da “Moneta e Credito, vol 67 n° 268 – Nella società e nell’economia della conoscenza c’è qualcosa di nuovo e inedito: la possibilità di integrare gli strumenti convenzionali della politica economica con la conoscenza scientifica. Non perché in precedenza questa non fosse utilizzata, piuttosto perché il patrimonio accumulato dal sapere scientifico e tecnologico sta cambiando la strumentazione della politica economica. Il richiamo di Ferrari nel suo volume Società ed economia della conoscenza alle idee di Graziani (1997) e Sylos Labini (1993) è naturale.

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