Gli scioperi del ‘43/’45: ottant’anni dopo  

 di Edmondo Montali e Mattia Gambilonghi

  • 1) Gli scioperi del 1943: perché ricordarli

Ricordare oggi, a ottant’anni di distanza, gli scioperi del 1943-45, può ad un primo impatto apparire un esercizio retorico legato alla memorialistica e ai tanti anniversari che segnano e scandiscono l’attività degli enti e delle istituzioni culturali come la nostra. Riteniamo al contrario utile e necessario da un punto di vista politico e civile – conferendo cioè alla memoria storica e alla sua custodia una missione fondamentale ai fini di una cittadinanza cosciente e consapevole – ricordare gli eventi che si dispiegano in un biennio così importante per la nostra storia comune, analizzandone le cause, i motivi ispiratori, le ricadute politiche. I nessi e i punti di contatto con la realtà odierna e le vicende attuali non mancano, del resto. Tornare su quei fatti può perciò fornirci degli elementi di comparazione e delle chiavi di lettura non banali e più precise per confrontarci con temi e questione di non facile risoluzione. Il primo di questi nessi con l’oggi è forse il più evidente, vista la tragedia in corso in Ucraina, a sole poche ore di volo dall’Italia.

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Il difficile compito di Elly Schlein

Il difficile compito di Elly Schlein: cambiare identità e forma al partito.

Renzo Penna, 1 marzo 2023

I tradizionali auguri di buon lavoro alla nuova segretaria del PD, se non vogliono risultare superficiali o di maniera, devono contemperare anche le indubbie difficoltà che la neo nominata dovrà necessariamente affrontare. Soprattutto se Elly Schlein intende veramente, come ha più volte affermato, combattere le diseguaglianze economiche e sociali presenti nella società italiana, difendere l’universalità del welfare (scuola, università, ricerca, sanità e previdenza), la sua natura pubblica ed eliminare le numerose tipologie di precarietà presenti nel mondo del lavoro.

Un impegno riformatore che non può non prevedere – insieme a una severa analisi delle cause della recente e disastrosa sconfitta alle elezioni – una seria e approfondita autocritica delle politiche condivise e realizzate dalla sinistra e dal centro sinistra negli ultimi trent’anni. Non adeguatamente affrontata da nessuno degli aspiranti alla segreteria, durante i lunghi mesi che hanno caratterizzato l’ultimo  congresso del Partito democratico. Politiche che hanno fatto proprie e assorbito in maniera acritica gli indirizzi delle teorie e pratiche neoliberiste, provenienti in parte dagli Stati Uniti, in parte dall’Inghilterra della signora Thatcher e in parte dai tedeschi. Come ha analiticamente documentato il sociologo di Torino Luciano Gallino in una delle sue ultime interviste.[1] 

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