Salvatore Settis: “La buona scuola non è buona. E le “competenze” non servono a niente” – di Bruno Giurato (da Linkiesta.it). L’archeologo e storico dell’arte contesta l’indirizzo della scuola e dell’università di oggi. E difende gli insegnanti, l’ozio creativo, e la storia come riserva di possibilità per il futuro. Studi sempre più specializzati. L’acquisizione di “competenze” sempre più precise che seguano le esigenze del mercato del lavoro. Studenti che escono dall’università (o anche dalle superiori) in possesso di una professionalità spendibile subito. Sono questi i desideri proibiti di chi frequenta le scuole, oltre che il totem retorico degli addetti alla cultura, dai ministeri ai dirigenti scolastici. Continua la lettura di Settis: la ‘buona scuola’ non è buona
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Mazzucato: “Quello di cui la politica non si rende conto”
“PUBBLICO E PRIVATO UNITI NELLA LOTTA” di Mariana Mazzucato – da “la Repubblica” del 2 gennaio 2016 – “Le fasi in cui si sostiene il ruolo dello Stato nello sviluppo economico sono sempre seguite da un attacco contro il suo intervento nel buon funzionamento dei mercati. È stato così per tutto il XX secolo. Ed è stato così anche dopo la recentissima crisi finanziaria e recessione economica a livello globale: dopo un breve periodo, subito dopo lo scoppio della crisi, in cui tutti concordavano che lo Stato aveva un ruolo chiave da giocare per il salvataggio delle banche e lo stimolo della crescita attraverso lo stimolo economico, hanno rapidamente preso il sopravvento quelli che vedevano con allarme l’aumento del debito pubblico (considerato erroneamente come causa della crisi quando invece ne è l’effetto, per via dei minori introiti fiscali, dei salvataggi sempre più onerosi, eccetera). L’austerità è tornata quindi a essere il piatto del giorno, mentre qualunque misura seria di politica economica e industriale è diventata tabù. Continua la lettura di Mazzucato: “Quello di cui la politica non si rende conto”
Paolo Leon: “il realismo politico di Riccardo Lombardi”
Giovedì 3 dicembre, nel corso della presentazione, promossa dall’Associazione LABOUR a Roma, del libro di Luca Bufarale “Riccardo Lombardi – La giovinezza politica (1919-1949)”, è stato presentato il contributo dell’economista Paolo Leon dedicato al realismo politico di Lombardi. Di seguito il testo del suo intervento. “Molti hanno pensato che Lombardi raffigurasse gli elementi della civiltà come utopie: l’ambiente, i diritti civili, il lavoro e il non lavoro, il ruolo dello Stato, la pace, l’economia – per citarne solo alcuni. Non si trattava di utopia, sia perché alcune parti o sezioni di quelle cose erano in corso di realizzazione durante gli anni migliori del centro-sinistra (dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica, alla sanità, all’istruzione, all’università di massa, al sistema pensionistico, alla disoccupazione, allo sviluppo del Mezzogiorno, alla ricerca) sia perché Lombardi voleva che allungassimo lo sguardo alle conseguenze delle riforme realizzate all’epoca: ci si sarebbe accorti di quanto lontano era il traguardo – socialismo o barbarie, riprendendo un motto francese, lasciava intendere che non c’è mai nulla d’irrevocabile e che dunque la lotta non è mai finita, quando si tratta dei diritti sociali e delle libertà personali: ce ne accorgiamo oggi, quando sicurezza e libertà entrano in conflitto.
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L’esempio di Luciano Gallino
Di Angelo Salento da www.economiaepolitica.it – Non a tutti i contemporanei piacerà ricordare Luciano Gallino come un sociologo critico. Di certo, però, questo Maestro il lavoro della critica del capitalismo l’ha fatto con una determinazione straordinaria, e con straordinari risultati. Non è un compito semplice, oggi: si tratta di comprendere come le grandi promesse della vulgata neoliberista siano state costruite e diffuse; come e perché esse siano state disattese; quali possano essere le ragionevoli promesse per un futuro prossimo meno illuso e più sostenibile.
Penna: “Le crisi del Capitalismo e dell’Ecologia”
di Renzo PENNA – L’ultimo libro del professor Luciano Gallino (Il denaro, il debito e la doppia crisi – Einaudi 2015), una sorta di testamento politico-sociale rivolto ai giovani (i nipoti), analizza la doppia crisi del capitalismo e del sistema ecologico. Fra di loro strettamente collegate, con la seconda dipendente dalla prima. Una doppia crisi che è stata, dagli anni ’80 in poi, la causa fondamentale della sconfitta teorica e pratica dell’idea di uguaglianza. Idea, soprattutto politica, che si è affermata con la Rivoluzione francese ed ha avuto nel corso di due secoli una marcia faticosa e incerta, ma che nel complesso ha registrato risultati straordinari. La facoltà di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento; la formazione di sindacati liberi; la graduale estensione del voto a tutti i cittadini; la tassazione progressiva; l’ingresso del diritto nei luoghi di lavoro; l’istruzione libera e gratuita per tutti sino all’università; la realizzazione dello stato sociale; i limiti posti alle attività speculative della finanza.
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L.Gallino: “Vi racconto la nostra crisi”
Da “Il denaro, il debito e la doppia crisi” di Luciano Gallino (Einaudi) – Quel che vorrei provare a raccontarvi, cari nipoti, è per certi versi la storia di una sconfitta politica, sociale, morale: che è la mia, ma è anche la vostra. Con la differenza che voi dovreste avere il tempo e le energie per porre rimedio al disastro che sta affondando il nostro paese, insieme con altri paesi di quella che doveva essere l’Unione europea. A ogni sconfitta corrisponde ovviamente la vittoria di qualcun altro. In realtà noi siamo stati battuti due volte. Abbiamo visto scomparire due idee e relative pratiche che giudicavamo fondamentali: l’idea di uguaglianza e quella di pensiero critico. Ad aggravare queste perdite si è aggiunta, come se non bastasse, la vittoria della stupidità.
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T.Piketty: “Si può salvare l’Europa?”

Mazzuccato:”Un’agenda per la sinistra”
di Mariana Mazzucato, da Repubblica, 8 ottobre 2015 – Sette economisti (fra cui Joseph Stiglitz, Thomas Piketty e la sottoscritta) hanno accettato di fare da consulenti economici per Jeremy Corbyn, il nuovo leader del Partito laburista britannico. Mi auguro che il nostro scopo comune sia aiutare il Labour a creare una politica economica fondata sugli investimenti, inclusiva e sostenibile. Metteremo sul tavolo idee diverse, ma voglio proporvi le mie considerazioni riguardo alle politiche progressiste di cui il Regno Unito e il resto del mondo hanno bisogno oggi. Quando il Partito laburista ha perso le elezioni, lo scorso maggio, in tanti, anche esponenti del Governo ombra, gli hanno contestato di non aver saputo interloquire con i «creatori di ricchezza», cioè la comunità imprenditoriale. Che le imprese creino ricchezza è evidente.
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Ferrari: “Se e quale sviluppo nel DEF 2015 Aggiornato”
di Sergio Ferrari da: www.syloslabini.info – Il dibattito sul successo delle politiche economiche messe in opera dal nostro Governo, dovrebbe essere sottoposto ad una rilettura per consentire di capire come stanno effettivamente le cose. Nel tentativo di cogliere gli esiti elettorali e di trovare una conferma ad una politica economica, peraltro molto discussa e discutibile, le approssimazione e i silenzi che vengono fatti – anche dalla grande stampa e da nomi altisonanti dell’economia e della comunicazione – stanno, infatti, superando il decoro e le ovvietà.
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Lettieri: la coraggiosa verità di Tsipras
di Antonio Lettieri da Uguaglianza & Libertà – Se c’è una ragione prevalente su tutte le possibili altre per la vittoria di Tsipras, essa sta nel fatto che ha detto al suo elettorato la verità. L’accordo di luglio tradiva le attese di quanti avevano votato per Syriza a gennaio in base alla promessa di farla finita con la politica di austerità. Un voto ribadito con lo straordinario risultato del referendum contro il programma di austerità di Bruxelles. Ma, alla fine, Tsipras, dopo un drammatico quanto impossibile negoziato con i signori dell’eurozona, aveva dovuto sottoscrivere il terzo memorandum peggiore, se possibile, di quelli firmati dai precedenti governi greci.
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