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Manifesto per la sovranità costituzionale

1. PREAMBOLO Il più lungo e grave ciclo di crisi della storia del capitalismo dopo quello del 1929 ha messo in ginocchio le classi popolari e larghe fasce di classi medie delle economie mature. Un ciclo generato dalla guerra di classe dall’alto scatenata dalle élite politiche e finanziarie di Stati Uniti ed Europa, combattuta nell’Unione europea attraverso il mercato unico e l’euro. Il processo di globalizzazione e finanziarizzazione dell’economia, unitamente alle politiche di indebitamento pubblico e privato regolate dalle organizzazioni sovranazionali (Fmi, Banca mondiale, Ue), hanno alimentato e moltiplicato a dismisura disuguaglianze e ingiustizie, fattori di un ulteriore aggravamento delle divergenze e di un ulteriore giro di stagnazione. In questo contesto, l’Italia ha subito un radicale processo di deindustrializzazione e impoverimento dovuto anche alla vocazione alla rendita delle famiglie storiche del suo capitalismo.

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Tronti: “Dieci obiettivi contro la recessione”

Di Leonello Tronti – “Rispondo volentieri alla richiesta di Keynes Blog segnalando anzitutto la piattaforma unitaria per la legge di bilancio 2019 che CGIL, CISL e UIL hanno consegnato al Governo il 22 ottobre 2018, che mi sembra abbia sinora trovato ben poca disponibilità all’ascolto da parte della politica, come del resto ben poca pubblicità e ancor minore approfondimento sui mezzi di comunicazione di massa. La piattaforma è un documento molto utile e interessante, innovativo nel metodo e del tutto condivisibile. Tuttavia, non si può negare che essa susciti anche la sensazione di un eccesso di dettaglio e possa presentare quindi qualche difficoltà di comunicazione a un largo pubblico, che ne può indebolire la capacità di raccogliere un sostegno forte e combattivo da parte anzitutto dei lavoratori. Anche se questi hanno indubbiamente dimostrato con la manifestazione del 9 febbraio una rilevante e non prevedibile disponibilità alla mobilitazione.  Come che sia, propongo qui un compendio personale e molto sintetico della piattaforma, che ne riprende alcuni elementi, li integra con altri farina del mio sacco e sintetizza il tutto in due obiettivi sociali irrinunciabili, tre assi fondamentali di politica industriale e cinque punti cardine di riforma delle politiche economiche europee.

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Penna: “NOVITA’ POSITIVE DALLA MANIFESTAZIONE DI ROMA”

Renzo Penna – 12 febbraio 2019. “Ritengo che uno degli aspetti più importanti della straordinaria manifestazione sindacale di sabato 9 febbraio a Roma sia stato il ritorno, dopo molti anni, all’unità d’azione di Cgil, Cisl e Uil. Un’unità del mondo del lavoro tanto più necessaria dopo che, nell’ultimo decennio, il sindacato ha duramente pagato lo scotto della crisi. Un evento di rilievo non solo per le tre Confederazioni, ma per il futuro della politica italiana e, in particolare, della sinistra che per ritrovarsi deve ripartire dalla centralità del lavoro, dalla sua dignità e dai diritti. Con una severa, ma indispensabile autocritica nei confronti delle idee neoliberiste, monetariste che, ad iniziare dagli anni ’90, sono state condivise in Europa anche dai principali partiti socialisti e socialdemocratici. Un’ideologia incentrata sul mercato senza regole, sul principio della concorrenza e della stabilità dei prezzi, il lavoro precario e sottopagato, la privatizzazione delle imprese pubbliche, il ridimensionamento dello Stato sociale universalistico e la riduzione del potere sindacale.

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Lettieri: “Per salvare l’Unione torniamo al Trattato”

di Antonio Lettieri da “Eguaglianza & Libertà”Il riconoscimento del fallimento della vecchia politica è la premessa per definire un nuovo quadro politico basato sull’uso della moneta unica e le prossime elezioni europee potrebbero aprire nuovi scenari. Il deficit fino al 3% stabilito a Maastricht potrebbe ridare spazio agli Stati per gestire la politica fiscale.

La lunga controversia tra l’Italia e le autorità della zona euro è stata risolta all’ultimo minuto. Non è stata attivata la procedura per “disavanzo eccessivo” nei confronti dell’Italia, una misura senza precedenti nell’area dell’euro fin dalla sua fondazione. Dobbiamo chiederci se questo scontro sia stato un semplice incidente di percorso o piuttosto la manifestazione di una rottura del motore che ha dominato l’eurozona negli ultimi due decenni. Vale la pena ricordare che il conflitto aperto dalla Commissione europea contro il nuovo governo italiano riguardava alcuni decimali del deficit di bilancio del 2019. Per collocare la disputa in una prospettiva più ampia, bisogna tornare alla natura delle sfide che hanno caratterizzato l’eurozona nell’ultimo decennio dopo la crisi finanziaria prima esplosa negli Stati Uniti e poi in Europa.

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Buon Lavoro a Maurizio Landini

L’Associazione “Labour R. Lombardi” esprime soddisfazione per l’andamento e le conclusioni unitarie del XVIII Congresso Nazionale della CGIL che costituiscono un sicuro punto di riferimento e dovrebbero anche rappresentare un utile insegnamento per la sinistra italiana. Particolari congratulazioni e auguri di buon lavoro a Maurizio Landini nuovo Segretario Generale, eletto a larghissima maggioranza, e alla nuova Segreteria.

Di Landini riportiamo una breve testimonianza che bene illustra il carattere del neo Segretario e di come lui consideri l’autonomia un elemento fondamentale del Movimento sindacale.

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Messaggio al Congresso della CGIL

MESSAGGIO ALLA CGIL dal “Coordinamento per la Democrazia Costituzionale”. 

Alla Segretaria generale della Cgil e al Congresso nazionale della Cgil, Bari 22/25 gennaio 2019

“Care compagne e cari compagni, state concludendo un avvenimento politico e sindacale di grande importanza per le lavoratrici e i lavoratori, per tutto il paese, per il futuro della democrazia del nostro paese. Noi guardiamo con interesse e attenzione ai vostri lavori dall’inizio della vostra campagna congressuale e siamo fiduciosi che la conclusione del vostro congresso nazionale metterà la Cgil nelle condizioni di contribuire come in passato ad affrontare le difficili sfide che il nostro paese deve affrontare.

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Il reddito di cittadinanza come Jobs Act 2

di Mauro Gallegati – “Sbilanciamoci.info” – 2 Gennaio 2019 |
Per come è stato formulata la misura detta “reddito di cittadinanza” non è altro un sussidio temporaneo di disoccupazione con un certo guadagno per le imprese: in pratica un Jobs act 2. La filosofia è la stessa: come aiutare la flex-security senza usare la leva fiscale a fini redistributivi.

Il 2018 è stato un anno orribile per il reddito di cittadinanza, ritirato in quasi tutti i Paesi che lo avevano sperimentato per via di costi insostenibili se non sono accompagnati da adeguate politiche redistributive. Eppure economisti e imprenditori nelle élite della tecnologia lo considerano una risposta adeguata alla disoccupazione tecnologica – le perdite di posti di lavoro causate dall’automazione.

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Piketty: “Trasformare politiche e Istituzioni UE”

Appello promosso da Thomas Piketty e l’elenco dei firmatari – Noi, cittadini europei, provenienti da contesti e paesi diversi, lanciamo oggi questo appello per una profonda trasformazione delle istituzioni e delle politiche europee. Questo Manifesto contiene proposte concrete, in particolare un progetto per un Trattato di democratizzazione e un Progetto di budget che può essere adottato e applicato nella sua forma attuale dai paesi che lo desiderino, senza che nessun altro paese possa bloccare quanti aspirino al progresso. Può essere firmato on-line da tutti i cittadini europei che in esso si riconoscono. Può essere modificato e migliorato da qualunque movimento politico. Dopo la Brexit e l’elezione di governi antieuropeisti a capo di diversi paesi membri, non è più pensabile continuare come prima. Non possiamo limitarci ad aspettare le prossime uscite o un ulteriore smantellamento senza apportare cambiamenti radicali all’Europa di oggi.

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Penna: “CAMBIA IL CLIMA E IL PAESE SI SCOPRE FRAGILE”

“I fenomeni atmosferici di questo autunno che hanno flagellato la penisola, mai così estremi per intensità e diffusione, ci dicono che il cambiamento del clima è in atto e riguarda, insieme al bacino del mediterraneo, direttamente il nostro Paese. A lanciare l’allarme è uno studio internazionale, pubblicato dalla rivista scientifica Nature Climate Change, che rappresenta un monito soprattutto per i paesi del sud del Mediterraneo. Secondo l’analisi – la prima a valutare a largo spettro le conseguenze per chi vive nel mare racchiuso tra Europa ed Africa – la temperatura media è già aumentata di 1,4 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Ciò significa che nella regione i cambiamenti climatici progrediscono ad un ritmo più veloce rispetto al resto del mondo. A livello globale, infatti, la crescita della temperatura è stata, finora, di un “solo” grado. Questa diversa progressione del fenomeno si registra anche ai due poli della terra. Mentre il riscaldamento dell’Artide procede a velocità doppia, l’Antartide conserva una temperatura più fredda. Nell’estremo nord – nei territori di Russia, Canada e Stati Uniti che circondano il Circolo Polare – con il ritrarsi dei ghiacciai, la terra congelata da millenni tende a sciogliersi (permafrost) e i climatologi temono che si liberi in atmosfera una grande quantità di gas serra rimasta per millenni immobilizzata.

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Lombardi e il piano del lavoro 1949-’50 della CGIL

Riccardo Lombardi: “ Il problema dei finanziamenti e l’obiettivo del Piano del lavoro della CGIL” ( da “Rinascita”, febbraio/1950).
Nel 1950 la CGIL lanciava la campagna per il “Piano del lavoro”. Il Piano presupponeva una messa in discussione del modello di sviluppo perseguito dalla DC e dai suoi alleati nel primo quinquennio repubblicano. Un modello di sviluppo teso a privilegiare l’accumulazione privata e la libertà del mercato nel stabilire le priorità di investimento nel Paese. Contro questa visione si scagliò Riccardo Lombardi, uno dei più attivi e competenti difensori del Piano confederale. Nell’articolo che segue, pubblicato su “Rinascita” nel febbraio del 1950, Lombardi confuta l’impianto liberista delle misure economiche portate avanti dai governi De Gasperi e sottolinea le potenzialità di crescita di un piano di intervento statale. Si tratta di un dibattito che, a distanza di quasi 70 anni, risulta utile a capire la vera natura dello scontro in atto oggi tra i sostenitori dell’austerità e chi propone la necessità dell’intervento pubblico come via privilegiata verso la ricostruzione di un’economia al servizio delle persone.

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