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Gustavo Zagrebelsky: “La tragedia greca e la sovranità spodestata”

la tragedia grecia“L’Europa è un deserto dove comanda il potere dei creditori” (su La Repubblica del 28 luglio 2015) – Si parla di fallimento dello Stato come di cosa ovvia. Oggi, è “quasi” toccato ai Greci, domani chissà. È un concetto sconvolgente, che contraddice le categorie del diritto pubblico formatesi intorno all’idea dello Stato. Esso poteva contrarre debiti che doveva onorare. Ma poteva farlo secondo la sostenibilità dei suoi conti. Non era un contraente come tutti gli altri. Incorreva, sì, in crisi finanziarie che lo mettevano in difficoltà. Ma aveva, per definizione, il diritto all’ultima parola. Poteva, ad esempio, aumentare il prelievo fiscale, ridurre o “consolidare” il debito, oppure stampare carta moneta: la zecca era organo vitale dello Stato, tanto quanto l’esercito. Come tutte le costruzioni umane, anche questa poteva disintegrarsi e venire alla fine. Era il “dio in terra”, ma pur sempre un “dio mortale”, secondo l’espressione di Thomas Hobbes. Tuttavia, le ragioni della sua morte erano tutte di diritto pubblico: lotte intestine, o sconfitte in guerra. Non erano ragioni di diritto commerciale, cioè di diritto privato.

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Tsipras in trappola fra Schauble e Hollande

Tzipras in trappolaDi Antonio Lettieri da Eguaglianza & LibertàIl tedesco voleva il Grexit, il francese evitare ad ogni costo che l’uscita dall’euro diventasse un’opzione, per non rafforzare enormemente la Le Pen. Così ha “mediato” proponendo un memorandum tanto irrazionale e punitivo che i falchi non potevano rifiutarlo: e neanche il leader greco, che aveva il mandato di tenere il paese nella moneta unica. Ma una resa dei conti è solo rinviata.
1. L’accordo dell’undicesima ora tra le istituzioni europee e la Grecia ha due caratteristiche peculiari. La prima è che, a differenza di ciò che normalmente si definisce un accordo, non è il risultato di un incontro fra le volontà delle parti, ma l’espressione di un diktat brutalmente imposto alla parte più debole, costretta a subire una resa senza condizioni. La seconda è che nessuna delle parti coinvolte crede all’accordo. Non Alexis Tsipras che ammette di aver dovuto accedervi con il coltello alla gola. Tanto meno Wolfgang Schäuble, il potente ministro delle finanze tedesco, che è tornato a proporre anche dopo il preteso accordo, come unica vera soluzione, l’uscita “provvisoria” della Grecia dall’euro.

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Gallino: «Tsipras ha respinto un colpo di stato della Troika»

OXIIntervista a Luciano Gallino di Roberto Ciccarelli, 07 luglio 2015 da “Nuovatlantide”.
Luciano Gallino: «Il referendum greco potrebbe far crescere il numero delle persone che vogliono farsi sentire sull’euro o sul funzionamento dell’Unione Europea»
«Il referendum contro l’austerità in Grecia è stato politicamente importante per l’intera Europa — sostiene Luciano Gallino, autore di Finanz Capitalismo e Il Colpo di stato di banche e governi (Einaudi) — Se un popolo ridotto in miseria, che conta 11 milioni di abitanti, riesce a creare seri problemi ai paesi più importanti d’Europa, con un peso economico e politico come la Germania, ad un certo numero di persone potrebbero venire delle idee.”

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La C.D.P. e il rinnovamento del Paese

CDPdi Sergio Ferrari – Nel recente articolo pubblicato da Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera dello scorso 14 giugno, viene posta la questione del rinnovo dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti, che sembra essere all’attenzione del Governo. L’obiettivo dell’articolo di Giavazzi è facilmente immaginabile: spostare il ruolo della Cassa da investitore pubblico a quello di garante di investimenti privati. In sostanza il denaro dei risparmiatori confluito alla Cassa dovrebbe costituire una specie di garanzia degli investimenti secondo criteri definiti dagli stessi; la logica è quella ben nota di eliminazione dello Stato dal circuito dello sviluppo e di garante del risparmio privato. Se poi i risparmiatori dovessero avere qualche delusione … fa parte del mestiere.

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L’Enciclica del Papa e l’accordo sul clima del G7

clima che cambiadi Renzo Penna –  E’ stato probabilmente l’annuncio dell’attesa Lettera Enciclica di Papa Francesco “Sulla cura della casa comune”, con l’incipit ripreso dal cantico delle creature di san Francesco d’Assisi: “Laudato si’, mi’ Signore”, a favorire l’accordo delle nazioni industriali appartenenti al G7 per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e il contenimento dei cambiamenti climatici in atto. I principali mezzi d’informazione europei hanno presentato l’esito del vertice – svolto ai primi di giugno a Elmau in Baviera – come un importante successo della Cancelliera Angela Merkel che si è prodigata per includere nella dichiarazione finale l’obiettivo di limitare a 2° C il riscaldamento del pianeta entro la fine del secolo, “includendo lo sviluppo e la diffusione di tecnologie innovative nello sforzo di trasformare il settore energetico entro il 2050”.

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Rodotà: “non c’è democrazia senza società”

Costituzione: Rodotà, ritrovare via maestra ora abbandonatada”Rassegna.it” – La Costituzione italiana è una Costituzione di relazioni e di legami: tra individui, certamente, ma anche e soprattutto tra i corpi sociali. Non esiste democrazia senza società e senza la forza della rappresentanza e del lavoro. E’ stato un intervento lucido e appassionato – preoccupato ma non pessimista – quello di Stefano Rodotà, invitato a tenere una lectio magistralis (“Democrazia e società”) nel corso delle Giornate del lavoro della Cgil che si stanno svolgendo a Firenze. Una democrazia malata e sotto pressione, ha detto il professore, ma che ha ancora la forza e gli anticorpi per reagire soprattutto nella società organizzata.

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Il 6/7 giugno a Roma: per la Coalizione Sociale

coalizione socialeIl documento di convocazione della Coalizione Sociale a Roma il 6 e 7 giugno 2015, presso il Centro Congressi Frentani – Associazioni, movimenti, sindacati, donne e uomini che in questi anni si sono battuti contro le molteplici forme d’ingiustizia, di discriminazione e di progressivo deterioramento dei diritti, decidono oggi di promuovere un cammino comune. In una società fondata sull’individualismo e sulla competizione tra le persone è necessario unirsi, fare rete, coalizzarsi. Dopo anni di crisi economica, sociale e ambientale, di politiche di austerità, sappiamo che nulla può tornare a essere come prima, ma proprio per questo pensiamo sia possibile immaginare un futuro di solidarietà e giustizia. Consapevoli che nessuno di noi può farcela da solo a cambiare il corso degli eventi, che per evitare scelte individualistiche o corporative sia necessario unire le forze e l’impegno.

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Sinistra masochista e sinistra truffaldina

destra-e-syriza-sinistradi Carlo Clericetti da “Eguaglianza & Libertà on-line”. Davvero, come dice Matteo Renzi, con un programma di sinistra inevitabilmente si perde? Non solo non è vero, ma anche l’esito delle elezioni inglesi dev’essere esaminato con un po’ più di attenzione. Se comunque per vincere si dovesse proporre una politica di destra, cosa c’entra più la sinistra? “Dalla Liguria a tutta Europa c’e’ un solo Pd, ma ci sono due sinistre, una a cui piace cambiare e una a cui piace perdere”. Così Matteo Renzi a Genova in un intervento per appoggiare la candidatura della fedelissina Lella Paita alla presidenza della Regione. Concetti poi ripetuti in una video-intervista a “Repubblica.it”, dove “quella” sinistra diventa “masochista”. E non manca una rivendicazione sul Jobs act: ” Abolire l’articolo 18 è di sinistra.  Assolutamente sì, perché si danno tutele a chi ne era privo. E’ una rivoluzione assolutamente di sinistra, per me. Quello che stiamo facendo sul mercato del lavoro in Italia lo hanno già fatto Schroeder in Germania e Clinton negli Usa. E’ di sinistra riformista”.

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Prima o poi l’Italia si riprenderà?

pil italia germaniadi Sergio Ferrari, Riccardo Leoni, Stefano Lucarelli, Paolo Pini e Roberto Romano

La minore crescita del Pil nazionale rispetto alla media europea suggerirebbe molta cautela nell’analisi e nelle previsioni economiche. È da più di 20 anni che l’Italia non aggancia la “crescita” internazionale. Tutti gli istituti di ricerca concordano sul fatto che il deprezzamento dell’euro e del prezzo del petrolio favoriranno la crescita economica, assieme al quantitative easing (QE) della BCE che dovrebbe, lungo la catena di trasmissione dei tassi di interesse, ridurre il tasso di interesse praticato dalle banche alla clientela ed i tassi sul debito pubblico, liberando risorse per nuovi investimenti. Nonostante la vistosa perdita del potenziale produttivo, i margini di capacità inutilizzata sono ancora elevati per cui liberare risorse è una condizione necessaria ma non sufficiente affinché si attivino dei nuovi investimenti.

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