Manifestazione: “In Italia, in Europa per il Socialismo”

Fiera di Roma – sabato 11 novembre 2006

Il Documento di LABOUR

Il Manifesto e la manifestazione A SINISTRA – In Italia, in Europa Per il Socialismo intendono contribuire all’atteso avvio della realizzazione anche in Italia di una formazione politica socialista, europea.

Occorre finalmente superare l’anomalia di un paese  senza un forte partito socialista, nella consapevolezza che la sinistra italiana ha sin qui maturato un grave e colpevole ritardo e perso una importante occasione, soprattutto nella seconda metà degli anni ’90, quando numerose personalità di cultura socialista e laica, e tra queste l’Associazione Labour promossa da Fausto Vigevani, si impegnarono nella costruzione di un nuovo partito – la cosiddetta “cosa 2” – mentre nel PDS prevaleva una impostazione continuista.

Si tratta di un evento che può chiudere un periodo di incertezza politica, di degrado culturale, di involuzioni e di errori passati e recenti.

Le contraddizioni irrisolte del meccanismo di sviluppo, le disuguaglianze sociali, la crisi della convivenza civile pretendono risposte che fanno del movimento socialista il portatore storico e politico di valori ancora attuali: eguaglianza, libertà, pace.

Sono valori radicati nella coscienza di ogni persona progressista. Sono valori che hanno trovato nel tempo conferme e motivi forti di richiamo. Sono valori che oggi in Europa e nel Mondo, ed ancor più nel nostro Paese,  rappresentano i necessari riferimenti per orientare lo sviluppo civile, sociale e culturale della stragrande maggioranza dei cittadini.

Il socialismo non solo ha fatto proprie le libertà dell’ottocento ma ha correttamente riconosciuto nelle logiche capitaliste l’esistenza di una dimensione economica nei rapporti sociali tale da incidere sulla effettiva fruizione di quelle stesse libertà. L’alienazione, “che ha  costituito e tuttora costituisce la tara peggiore del capitalismo” come viene riconosciuto anche dai liberalsocialisti, pone non il superamento del sistema democratico, ma un campo di riflessione e di iniziative riformatrici  che fanno del socialismo l’unico riferimento politico avanzato e dinamico, tuttora valido e necessario per affrontare le nuove e complesse condizioni della società mondiale, ad iniziare dalla pace e dalle insostenibili condizioni del terzo mondo.

La forte finanziarizzazione dell’economia,  le potenzialità dei processi e delle innovazioni tecnologiche oggi si realizzano con una progressiva perdita della capacità di una guida politica progressista, rilevando un ritardo d’analisi e di iniziativa che deve essere superato. Anche in questa direzione l’esistenza di una Europa che rivendichi e aggiorni il suo profilo socialista, rappresenta una necessità storica.

Ma è soprattutto con lo sguardo rivolto al futuro e al nostro Paese che deve essere valutato e apprezzato l’appello del Manifesto. Esiste, infatti, un processo di degrado, una condizione di  arretratezza civile, culturale, economica, ambientale, sociale, e quindi politica, crescente, che mentre stanno ponendo l’Italia progressivamente ai margini della stessa Europa, accrescono squilibri, posizioni di rendita, ingiustizie, inefficienze, perdite dei diritti e della dignità del lavoro. Ciò deriva in parte non marginale proprio dalla troppo prolungata assenza di una cultura socialista, incompatibile con i sistemi elitari, con le logiche oligarchiche, con la cultura delle corporazioni politiche ed economiche, con le politiche di conservazione. Queste non sanno interpretare il compito della politica se non attraverso la  strumentale capacità di seguire l’ultima onda pilotata e l’ultimo sondaggio di comodo. Questa è una posizione che porta alla rinuncia ad una propria identità ideale e progettuale, alla responsabilità e coerenza  con quella identità per cercare di lucrare posizioni di potere comunque acquisite e mantenute.

L’assenza di questa cultura socialista, laica e progressista ha lasciato un vuoto occupato da poteri non democratici ed autoreferenziali, da una preminenza dell’economia e del mercato rispetto alla politica e alla democrazia.

Si tratta di cogliere nelle vicende della globalizzazione e negli intensi processi dell’innovazione in atto le opportunità ma anche le responsabilità per una azione socialista, di operare per superare la profonda crisi politica del Paese, recuperando identità, profilo teorico e progetto  e ripristinando quei comportamenti che fanno della partecipazione democratica responsabile il primo impegno di tutti perché in democrazia anche i mezzi qualificano il fine.

La casa dei socialisti e del socialismo anche nel nostro paese deve essere un luogo di confronto, di conoscenza, di elaborazione e di progetto politico non generico ma guidato da una storia senza la quale non si può pretendere né la fiducia del Paese né la capacità di trasmettere nell’azione politica e nella partecipazione quegli ideali.

Occorre ristabilire i luoghi della partecipazione superando le kafkiane differenze tra responsabili, militanti, società civile, luoghi dove i valori ideali sappiano tradursi in riflessioni, posizioni e azioni politiche.

Il superamento dei motivi di una frattura storica a sinistra pone le premesse per avviare un nuovo percorso politico ma richiama anche la necessità di uscire, per molta parte della sinistra, da un arroccamento propagandistico e velleitario privo di capacità di incidere sulla struttura economica del paese e come tale residuale e incapace di rapporti organici con la gente, impotente nel contrastare concretamente la deriva liberista dove il senso e il valore del lavoro e dei beni pubblici sembra ridursi solo ad una questione di costi economici e di profitti d’impresa. Un atteggiamento che nei fatti  può favorire il ritorno  di una destra pericolosa come quella italiana.

L’Associazione LABOUR – Riccardo Lombardi mentre aderisce all’iniziativa, richiama a raccolta tutti i socialisti italiani che hanno atteso il recupero di una storia secolare, il riconoscimento e la dignità di quei valori antichi e moderni, che in mutevoli e sempre difficili circostanze hanno resistito e mantenuto un sofferto impegno politico, invita i riformatori che attendono un processo di rinnovamento culturale ed economico del nostro paese, i giovani che vogliono costruire il proprio futuro, a contribuire a questo percorso.

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