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La Camera del Lavoro di Valenza 1945/1955

copertina borellidi Grazia Penna Ivaldi – Il 29 Aprile 1945 la firma dell’atto di resa delle truppe tedesche segna la fine della guerra che lascia dietro di sé immense distruzioni e incommensurabili sofferenze.
Per l’Italia inizia il cammino verso la Repubblica e verso nuove istituzioni democratiche.
Maggio 1945 – Riapre la Camera del Lavoro la cui attività si dispiega in molteplici direzioni, dall’azione propriamente sindacale al soccorso materiale divenendo, da subito, parte integrante della città. La lunga crisi della democrazia spinge i lavoratori ad aderire ai partiti e al sindacato esprimendo, in tal modo, la volontà di voltare pagina e, al tempo stesso, di contribuire alla ricostruzione. All’attività sindacale partecipano i lavoratori di tutte le categorie: dai panettieri, agli agricoltori, dagli edili, ai calzaturieri, agli orafi. Saranno questi ultimi, i calzaturieri e gli orafi, a caratterizzare l’economia valenzana negli anni a venire e costituiranno l’impegno prevalente della Camera del Lavoro.
La storia sindacale di Valenza risulta scandita da due periodi segnati dalla crisi e dal declino dei calzaturieri e dalla crescita numerica e organizzativa degli orafi che avverrà negli anni ’60. La presente ricerca si concentra, in particolare, sul decennio 1945/’55 attraverso lo spoglio e l’analisi dei giornali dell’epoca, e si avvale delle testimonianze dei protagonisti, sia per il periodo in esame sia per quello successivo, fino alla fine degli anni ‘60.

Sulle Regole

colombo1Gherardo Colombo

Serie Bianca Feltinelli, 2008

Quando parliamo di giustizia non parliamo solo della sua amministrazione quotidiana, nel complesso istituzionale che coinvolge i giudici, i tribunali, le corti, gli avvocati, i pubblici ministeri, le prigioni. Parliamo anche di un punto di riferimentoideale, dei valori di base a cui si ispira la distribuzione di diritti e doveri, opportunità e obblighi. Se si smarrisce questo riferimento ideale, anche l’amministrazione della giustizia soffre.

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Imparare la democrazia

copertinadi Gustavo Zagrebelsky

Saggi Einaudi 2007

Un compendio sull’essenza di un sistema di convivenza che il mondo moderno ha assunto negli ultimi due secoli come modello.

Un saggio di Gustavo Zagrebelsky – una riflessione – che poggia su convinzioni maturate in lunghi anni di dedizione all’argomento, in cui con limpido linguaggio vengono descritti significati e storia di un modello politico che aspira all’uguaglianza, al dialogo e all’esercizio dei diritti di ciascuno e di tutti.

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AL CAPOLINEA

copertinaControstoria del PARTITO DEMOCRATICO

Emanuele Macaluso

Feltrinelli 2007

Era proprio necessario procedere all’unificazione traDs e Margherita, sacrificando ogni ragione ideale e teorica che si richiamasse al socialismo? Il Partito Democratico appare più somma che sintesi. un partito destinato ad esplodere in un prossimo futuro non tanto sulle riforme sociali quanto sui diritti individuali. Dopo la fine della Dc, il Vaticano si trova ad interloquire alternativamente con spezzoni partitici collocati su tutto lo spettro politico. Non sfugge ai più che uno degli interlocutori privilegiati è proprio rappresentato dalla Margherita che può fruire solo di un’autonomia relativa di fronte alle richieste ecclesiali. Ed è proprio questa componente a definire i limiti di azione del Pd sui diritti civili ed individuali. Il nascente Partito democratico inevitabilmente erediterà fino in fondo quest’ambiguità politica, non riuscendo quindi a diventare quel partito dei diritti che pure vorrebbe incarnare.

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Il libro dei sogni

copertinaUna vita a sinistra raccontata a Vanessa Roghi

di Giorgio Ruffolo

2007 Donzelli Editore

Dalla formazione sui classici del marxismo e del liberismo, alle responsabilità di coordinatore della programmazione economica del centro-sinistra, al difficile ruolo di ministro dell’Ambiente nel momento di maggiore vitalità delle lotte ambientaliste, la vita di Giorgio Ruffolo è un racconto di scommesse fatte e non sempre vinte. Dapprima all’Eni con Enrico Mattei, poi alla Programmazione economica, la sua storia è quella dell’anima riformista di questo paese, disposta a “sporcarsi le mani” ma solo al fine di un miglioramento della vita economica e sociale. Ruffolo si trova ad agire da protagonista in momenti di svolta radicale per le sorti della repubblica, a volte nell’ombra, da tecnico, a volte sotto i riflettori da ministro o eurodeputato.

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Il lavoro non è una merce contro la flessibilità

gallino1Luciano Gallino

Ed. Laterza – anno 2007

Circa 8 milioni: sono gli italiani che hanno un lavoro instabile. Tra 5 e 6 milioni sono precari per legge, ossia lavorano con uno dei tanti contratti atipici che l’immaginazione del legislatore ha concepito negli ultimi quindici anni. Gli altri sono i precari al di fuori della legge, i lavoratori del sommerso.

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L’IDEA DI PREGRESSO – possiamo farne a meno?

copertinadi Massimo L. Salvatori

Donzelli Editore 2006

La storia della moderna idea di Progresso, fondata sul connubio del miglioramento etico dell’uomo, del buon governo e della marcia positiva della scienza, della tecnica, dell’economia, è per un verso la storia di una speranza, nata nell’età dell’illuminismo, e per l’altro quella di un mito e di un’illusione, travolti dalle due guerre mondiali, dalle dittature totalitarie, dai grandi genocidi del Novecento.

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