Il 6/7 giugno a Roma: per la Coalizione Sociale

coalizione socialeIl documento di convocazione della Coalizione Sociale a Roma il 6 e 7 giugno 2015, presso il Centro Congressi Frentani – Associazioni, movimenti, sindacati, donne e uomini che in questi anni si sono battuti contro le molteplici forme d’ingiustizia, di discriminazione e di progressivo deterioramento dei diritti, decidono oggi di promuovere un cammino comune. In una società fondata sull’individualismo e sulla competizione tra le persone è necessario unirsi, fare rete, coalizzarsi. Dopo anni di crisi economica, sociale e ambientale, di politiche di austerità, sappiamo che nulla può tornare a essere come prima, ma proprio per questo pensiamo sia possibile immaginare un futuro di solidarietà e giustizia. Consapevoli che nessuno di noi può farcela da solo a cambiare il corso degli eventi, che per evitare scelte individualistiche o corporative sia necessario unire le forze e l’impegno.

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Sinistra masochista e sinistra truffaldina

destra-e-syriza-sinistradi Carlo Clericetti da “Eguaglianza & Libertà on-line”. Davvero, come dice Matteo Renzi, con un programma di sinistra inevitabilmente si perde? Non solo non è vero, ma anche l’esito delle elezioni inglesi dev’essere esaminato con un po’ più di attenzione. Se comunque per vincere si dovesse proporre una politica di destra, cosa c’entra più la sinistra? “Dalla Liguria a tutta Europa c’e’ un solo Pd, ma ci sono due sinistre, una a cui piace cambiare e una a cui piace perdere”. Così Matteo Renzi a Genova in un intervento per appoggiare la candidatura della fedelissina Lella Paita alla presidenza della Regione. Concetti poi ripetuti in una video-intervista a “Repubblica.it”, dove “quella” sinistra diventa “masochista”. E non manca una rivendicazione sul Jobs act: ” Abolire l’articolo 18 è di sinistra.  Assolutamente sì, perché si danno tutele a chi ne era privo. E’ una rivoluzione assolutamente di sinistra, per me. Quello che stiamo facendo sul mercato del lavoro in Italia lo hanno già fatto Schroeder in Germania e Clinton negli Usa. E’ di sinistra riformista”.

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Prima o poi l’Italia si riprenderà?

pil italia germaniadi Sergio Ferrari, Riccardo Leoni, Stefano Lucarelli, Paolo Pini e Roberto Romano

La minore crescita del Pil nazionale rispetto alla media europea suggerirebbe molta cautela nell’analisi e nelle previsioni economiche. È da più di 20 anni che l’Italia non aggancia la “crescita” internazionale. Tutti gli istituti di ricerca concordano sul fatto che il deprezzamento dell’euro e del prezzo del petrolio favoriranno la crescita economica, assieme al quantitative easing (QE) della BCE che dovrebbe, lungo la catena di trasmissione dei tassi di interesse, ridurre il tasso di interesse praticato dalle banche alla clientela ed i tassi sul debito pubblico, liberando risorse per nuovi investimenti. Nonostante la vistosa perdita del potenziale produttivo, i margini di capacità inutilizzata sono ancora elevati per cui liberare risorse è una condizione necessaria ma non sufficiente affinché si attivino dei nuovi investimenti.

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