Lettieri : “L’Euro di Ionesco”

crisi eurozonaAntonio Lettieri (da Eguaglianza e Libertà) La crisi dell’eurozona è il segreto meglio nascosto della campagna elettorale. Macron tenta di riconquistare un ruolo di parità nei confronti della Germania e contratta con Merkel la riforma dell’Ue, che però non toccherà il punto fondamentale, cioè le regole tecnocratiche che anche autorevoli economisti internazionali giudicano severamente

1.   Nel 2018 ricorre il decimo anniversario dall’inizio della crisi con il collasso della Lehman Brothers, la grande banca d’investimenti americana. Da allora l’economia mondiate è completamente mutata. L’eurozona è l’unica area del pianeta che, considerata nel suo insieme, stenta a uscire dalla crisi, facendo segnare i minori tassi di crescita e i più alti tassi di disoccupazione. L’Italia ne è stata, nel 2017, un tipico esempio con uno dei più bassi tassi di crescita e uno dei più alti tassi di disoccupazione dell’eurozona. Il paradosso è che l’euro doveva rappresentare all’inizio del secolo, quando fu istituito, un paracadute rispetto alle possibili crisi sulla scena internazionale. Le cose sono andate in senso contrario. Gli Stati Uniti hanno ritrovato un ritmo di crescita sufficiente, e ridotto la disoccupazione al 4 per cento, il livello più basso da due decenni. Il Giappone soffre di una mancanza di mano d’opera che rischia di bloccarne la crescita. Al contrario, nell’eurozona la disoccupazione oscilla intorno al dieci per cento, in Italia all’11, in Spagna al 16, per non citare la Grecia ridotta in brandelli.

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“1968: L’ANNO DEGLI STUDENTI”

il '68Renzo Penna: “1968: L’ANNO DEGLI STUDENTI”Nel mondo le premesse del ’68 risalgono al 20 novembre 1964, quando 5 mila studenti occuparono il campus universitario di Berkeley, sede dell’Università della California. Un anno dopo, il 17 aprile 1965, a Washington, ci fu la prima manifestazione contro la guerra del Vietnam; nel 1966, il 5 agosto, in Cina, fu pubblicato il documento di Mao Tse-tung (Bombardare il quartiere generale) che dava inizio alla Rivoluzione culturale; il 1967 fece registrare l’uccisione di Che Guevara in Bolivia (9 ottobre); tre eventi che, secondo lo storico Giovanni De Luna, incisero profondamente nell’immaginario e nelle scelte politiche degli studenti.[1] Mentre in Italia, se le prime mosse hanno origine a Trento nell’occupazione della facoltà di Sociologia (26 gennaio 1966) e a Pisa con l’occupazione del Palazzo della Sapienza, sede dell’università (febbraio 1967), i due atti di nascita del movimento di protesta avvengono negli ultimi mesi del ’67. A Milano, il 17 novembre, quando l’Università Cattolica è occupata dagli studenti e a Torino, il 27 dello stesso mese, con l’occupazione di Palazzo Campana, la sede delle facoltà umanistiche, decisa in assemblea da 500 universitari.

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