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Tronti: “Separazione del valore dal lavoro e diritto alla conoscenza”
Postfazione di Leonello Tronti per il libro: “I SOMMERSI. Lavoratori disarmati nella sfida con i robot” di Giorgio Benvenuto e Antonio Maglie, P.S. Editore, Roma, Settembre 2022, seconda edizione.
1. I sommersi
Il libro affronta il tema storico, tanto complesso quanto cruciale per la stessa tenuta e lo stesso significato della democrazia, del progressivo deterioramento delle condizioni generali del lavoro
dopo l’ondata internazionale delle lotte operaie degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.
Quell’ondata aveva portato ovunque, in Occidente, al rafforzamento dei sindacati e dello stato sociale e, in Italia, nel 1970 aveva fatto “entrare la Costituzione in fabbrica” con lo Statuto dei
lavoratori di Giacomo Brodolini e Gino Giugni (ma anche, non bisogna dimenticarlo, di Carlo Donat-Cattin), che opportunamente gli autori ripubblicano integralmente come appendice al
volume.
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Landini: “NON DIMENTICARE LA NOSTRA STORIA”
NON DIMENTICARE LA NOSTRA STORIA
Prefazione di Maurizio Landini al libro di Renzo Penna: “Il Lavoro come Valore” Quando c’era la F.L.M. – Gli anni delle lotte sociali, della tensione, dei diritti e dell’unità (1968-1980)
Il libro di Renzo Penna ricostruisce una lunga e complessa storia del movimento sindacale del nostro paese, quella che va dalla fine degli anni ‘60 all’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso. È una storia intensa nella quale l’autore, con intelligenza e passione, ci parla delle lotte operaie della sua città, Alessandria, senza mai distogliere lo sguardo e l’attenzione dagli eventi importanti che hanno caratterizzato in quegli anni la vita politica, sociale, culturale del nostro paese e, in essa, del sindacato stesso (del mondo del lavoro). In questa storia complessa gli anni ‘60 del secolo scorso rappresentano una tappa di fondamentale importanza. È proprio da lì che muove il libro di Renzo Penna. In quegli anni, infatti, maturano trasformazioni profonde nell’organizzazione del lavoro e nei processi produttivi. L’industria occupava la gran parte della forza lavoro e rappresentava il settore trainante dell’economia del paese.
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Brancaccio: “Il vero volto del capitalismo”
Recensione di Daniele Nalbone del libro di Emiliano Brancaccio “Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico” – Piemme, 2022
Con il suo ultimo libro, “Democrazia sotto assedio”, attraverso 50 brevi lezioni di politica economica, Emiliano Brancaccio mostra il vero volto del capitalismo di oggi, destinato a sopprimere la democrazia perché somiglia sempre più al vecchio feudalesimo
“La spaventosa concentrazione del potere economico nelle mani di una ristretta oligarchia plasma a suo immagine l’intero sistema dei rapporti in cui viviamo”. Questa frase, contenuta nell’introduzione e ripetuta – in diverse forme, come base o risultato di diverse analisi – un po’ in tutto il libro, è il cuore dell’ultimo lavoro dell’economista Emiliano Brancaccio, Una piccola enciclopedia della politica economica di oggi sotto forma di “50 brevi lezioni” che gettano luce sulle tendenze di fondo dell’epoca che stiamo vivendo, e subendo.
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Tronti: “Bruno Trentin e l’eclisse della sinistra”
Andrea Ranieri, Ilaria Romeo (a cura di), “Bruno Trentin e l’eclisse della sinistra”. Dai diari 1995-2006, Castelvecchi, Roma, 2020
Recensione di Leonello Tronti
Il volume, curato amorevolmente da Andrea Ranieri e Ilaria Romeo, segue la precedente pubblicazione integrale dei diari di Bruno Trentin relativi al periodo di guida della confederazione di Corso d’Italia (1988-1994), curata nel 2017 per Ediesse da Iginio Ariemma. Quel testo, di oltre cinquecento pagine, aveva fatto molto discutere per i giudizi severi e a volte impietosi riservati alla stessa CGIL e a molti altri dirigenti del mondo sindacale, con i quali pure l’autore aveva condiviso straordinarie battaglie e impegni determinanti per la storia del Paese. A differenza di quello, il nuovo volume, di dimensioni più contenute ma non per questo meno denso e suggestivo, pubblica stralci selezionati dei diari di Trentin dal 1995 al 2006. Un periodo che, dopo l’abbandono della Segreteria della CGIL, vede l’impegno di lasciare al sindacato una piattaforma per il futuro, un «programma fondamentale» imperniato sui diritti e sulla solidarietà, e poi l’incarico nei DS come capo dell’ufficio del programma e quindi nel Parlamento Europeo, in sintonia con Jacques Delors e il suo progetto di fare dell’Europa l’“economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”, in grado di realizzare “una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”[1]. Un periodo che, seppure tormentato da profonde delusioni, scoramenti e momenti di cupa depressione, rimarrà comunque fino alla morte animato dall’ansia di progettare il futuro.
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Penna: “IL MIO RICORDO DI FAUSTO VIGEVANI”
IL MIO RICORDO DI FAUSTO VIGEVANI
di Renzo Penna – 10 marzo 2021
Chi per primo mi ha parlato di Fausto Vigevani è stato, nei primissimi anni ’80, Guglielmo Cavalli, Segretario responsabile della Camera del Lavoro di Alessandria, socialista, la persona che più si è adoperata per favorire il mio impegno, a tempo pieno, nel sindacato.
Cavalli di Vigevani apprezzava, in particolare, le sue declinazioni del tema dell’unità: l’unità interna alla CGIL, quella dei soggetti presenti nel mondo del lavoro, l’unità sindacale e quella della sinistra. Fausto, quando nel novembre ’81 entra a far parte della segreteria Confederale, ha alle spalle otto anni nella categoria dei chimici, di cui gli ultimi quattro da Segretario generale.
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Gallino: “Perché la crisi non è quella che vi raccontano”
In questi giorni di forzato isolamento, mentre i mezzi di informazione ci trasmettono la paura per un nemico invisibile e assistiamo con sofferenza e angoscia ai limiti di un sistema sanitario pubblico che, nonostante l’abnegazione di medici, tecnici e infermieri, non riesce – soprattutto nelle città della Lombardia, la Regione più importante e, per reddito e Pil prodotto, ricca del Paese – a fronteggiare le domande di cura e assistenza dei cittadini, ritengo sia utile ragionare sulle cause che tutto ciò ha determinato. Per provare, una volta superata l’emergenza, a cambiare.
A tale proposito, e visto che in questo periodo il tempo da dedicare alla lettura non manca, mi permetto di segnalarvi l’ultimo libro di Luciano Gallino, pubblicato con l’autore ancora in vita. Si tratta di “Il Denaro il Debito e la Doppia crisi” (Einaudi, 2015) che il sociologo torinese, di storia e cultura socialista, ha scritto per i suoi nipoti e per tutti noi, suoi ‘virtuali’ nipoti. Per intanto, di seguito, Vi propongo la prefazione: “Perché la crisi non è quella che vi raccontano”.
Renzo, 18 marzo 2020
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Manifesto socialista per il XXI secolo
«Manifesto socialista per il XXI secolo» di Bhaskar Sunkara, edito da Laterza
«Ma davvero il socialismo ha un futuro? Io ho la più assoluta fiducia morale che sia inaccettabile un mondo in cui alcuni prosperano privando altri della libertà, in cui miliardi di persone soffrono inutilmente circondate dall’abbondanza, in cui la catastrofe ecologica è sempre più vicina.»
Irriverente, chiaro e divertente. Un invito irresistibile a unirci alla lotta per la costruzione di un futuro veramente democratico, unica vera speranza in questi tempi complicati.
Naomi Klein
Una lettura essenziale per tutti coloro che vogliono costruire una nuova società, fondata sui bisogni delle persone e non sui profitti per le élites.
Owen Jones
Più della metà dei giovani americani non crede più nel capitalismo. L’ascensore sociale si è rotto e l’american dream è andato in pezzi. Bhaskar Sunkara, un trentenne figlio di immigrati, è diventato in pochissimi anni la voce più ascoltata e influente di questa generazione, ha fondato una rivista, “Jacobin”, che ha cambiato il panorama culturale negli USA e ha galvanizzato la sinistra del Partito democratico assieme a vecchie glorie come Bernie Sanders e nuove star come Alexandria Ocasio-Cortez. Questo libro ci fa conoscere la sua voce e le sue idee, attraverso le quali riscopriamo il significato di una parola che in Italia e in Europa ha perso nel tempo il fascino e la potenza originari: socialismo. Un socialismo per il Ventunesimo secolo, finalmente democratico, che propone come obiettivo l’uguaglianza economica e la lotta contro tutte le forme di oppressione, dal razzismo al sessismo. Il campo di battaglia è quello dei diritti: il diritto alla casa, al lavoro, alla scuola, all’educazione e alla salute. Un invito a costruire nuove istituzioni democratiche dal basso, nei posti di lavoro e nelle comunità locali. Un libro per tutti coloro che cercano, che lottano e che sperano nella fine delle enormi disuguaglianze del nostro tempo.
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Sateriale: “Dai banchi e dalle officine”
Mercoledì 22 maggio, ore 18,30, viene presentato a Roma (presso La mia libreria, in via R. Malatesta, 85) il libro di Gaetano Sateriale: “Dai banchi alle officine”, Ediesse.
Ne discutono con l’autore l’on. Pier Luigi Bersani, il presidente della Fondazione “Di Vittorio” Fulvio Fammoni e il docente di Economia del Lavoro presso Università Roma Tre Leonello Tronti
Presenta e coordina l’incontro Alessandro Mauriello dell’Associazione “Labour Riccardo Lombardi”.
Daniela Palma: “La Cina, il capitalismo di Stato e la crisi del Washington Consensus”
Di Daniela Palma (da Keynesblog) – “Chi avrebbe mai scommesso sulla capacità di tenuta delle ricette “neoliberiste” propugnate dal Washington Consensus a dieci anni dall’inizio della crisi economica più grave dopo quella del ’29, che tiene ancora nella morsa gran parte delle economie occidentali? Non molti, pensiamo, ma sta di fatto che la crisi è tuttora trattata come un accidente della storia e che se siamo ancora lontani dalla piena occupazione è perché – si dice – il processo di liberalizzazione del mercato del lavoro da anni intrapreso non è del tutto sufficiente a consentire un adeguato libero gioco delle forze del mercato. E, stando sempre a questa narrazione, con l’emersione dei paesi di nuova industrializzazione e la pressione concorrenziale esercitata dai loro molto più bassi livelli salariali, sarebbero necessari interventi di liberalizzazione persino più incisivi. Ma questa narrazione è destinata ad essere messa sempre più in discussione quanto più si estenderà e si consoliderà lo spazio occupato dai nuovi protagonisti dello sviluppo mondiale lungo percorsi che con il Washington Consensus hanno molto poco a che fare, come già ampiamente dimostra la straordinaria ascesa economica e politica conseguita dalla Cina.