ACCORDO FIAT: UN “VULNUS” PER LE RELAZIONI SOCIALI E LA DEMOCRAZIA

Accordo FiatComunicato “Labour” – Roma, 27 dicembre 2010

In tutta la complessa vicenda sindacale che da mesi sta interessando la Fiat c’è, soprattutto, un aspetto che – a nostro giudizio – occorre evidenziare prima di altri: la conclusione, in particolare, dell’accordo separato di Mirafiori segna una ferita, un passo indietro nella qualità delle relazioni sociali e quindi della democrazia di questo Paese. Il fatto, poi, che a questo corrisponda l’impegno per un investimento di un miliardo di euro nello stabilimento di Torino rappresenta, significativamente, il prezzo di questa parte di democrazia sacrificata.

Per quanto riguarda gli attori diretti dell’accordo i vantaggi per l’azienda sono, o dovrebbero essere, del tutto ovvii, mentre per la controparte sindacale che ha sottoscritto è evidente il peso del ricatto, ma anche il rischio di una deriva dove risulterà sempre più difficile potersi arrestare.
Ma al di fuori dei diretti interessati locali, nessuno a livello politico dovrebbe considerare positivamente questa sconfitta della nostra democrazia. Occorre invece segnalare con allarme che cosi non è: non solo il presidente del Consiglio e vari ministri hanno trovato il modo di esprimere un giudizio positivo e di considerare quell’accordo come un passo in avanti per l’ammodernamento di questo paese! Ma giudizi non molto dissimili sono stati espressi da esponenti di primo piano del centro sinistra.

Come Associazione LABOUR “Riccardo Lombardi” riteniamo necessario richiamare l’attenzione di tutte le forze democratico sulla gravità di un evento che va molto oltre la dialettica tra le forze sociali del territorio interessato e rappresenta invece un precedente pericoloso. Specie in relazione al fatto che le forze attualmente al governo ne hanno voluto, strumentalmente, esaltare la valenza positiva, a conferma di un concezione del tutto reazionaria e arretrata dei rapporti e delle relazioni sociali.

Noi chiediamo alle organizzazioni politiche, alle associazioni, ai circoli, di manifestare una posizione di netta critica, denunciando come oggi sia clamorosamente assente, non solo una seria politica industriale, ma anche una concezione di difesa della democrazia e delle conquiste sociali. Domandiamo di manifestare una volontà alternativa rispetto alle prospettive implicite nei provvedimenti decisi, di evidenziare diffusamente il rischio di derive autoritarie, nonché l’aggravamento di un declino economico, sociale e civile già da tempo in atto nel nostro Paese.

per l’Associazione LABOUR “R.Lombardi”
Renzo Penna, Mauro Beschi, Sergio Ferrari

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