Penna: La sconfitta di Salvini e il ruolo delle ‘Sardine’

Renzo Penna: Per la sconfitta di Salvini un doveroso grazie alle “Sardine” – 27 gennaio 2020. “Mai il voto in una Regione aveva assunto l’importanza e il peso politico di quello di domenica in Emilia e Romagna. Con tutte le regioni del Nord governate dalla destra e con la Lega primo partito, il governo nazionale di PD, M5S e LeU non avrebbe potuto reggere ad un successo di Salvini nella regione “rossa” per antonomasia e, da sempre, riconosciuta sinonimo anche di buona amministrazione. La sconfitta di Salvini, che ha trasformato un voto amministrativo in un referendum di valenza nazionale sulla sua persona, rappresenta per il governo e le forze del centro sinistra uno scampato pericolo. Una ottima notizia anche per la tenuta democratica del Paese che capita, emblematicamente, in una data simbolo: il 27 gennaio, “la Giornata della Memoria” che, 75 anni dopo, ricorda l’abbattimento dei cancelli del campo di stermino nazista di Auschwitz, la Shoah, le leggi razziali e le persecuzioni nazi-fasciste. Una ricorrenza, come abbiamo visto da tanti pericolosi episodi, ultimo quello di Mondovì, non ancora patrimonio da tutti condiviso.

Per il risultato in Emilia e Romagna un ringraziamento particolare va rivolto al movimento delle “Sardine” che hanno, si può dire, vinto due volte. Da un lato rendendo possibile la continuità della loro iniziativa e ottenendo, come volevano, la conferma a presidente della Regione di Bonaccini. Uno Stefano Bonaccini che, per raggiungere il 51,4% dei suffragi, ha potuto contare sul voto disgiunto dei 5 Stelle e non solo. Con la loro, per molti versi, straordinaria mobilitazione i quattro ragazzi di Bologna, hanno svelenito il clima della campagna elettorale, favorito la partecipazione al voto e fatto comprendere a molti l’importanza politico-democratica di arrestare l’avanzata di una destra pericolosa. Una destra, in questi ultimi mesi, compatta in quanto vittoriosa, ma che adesso dovrà confrontarsi con la sconfitta del “capitano”, che segue le ubriacature estive del “Papeete”, e sul fatto che Forza Italia, il partito di Berlusconi, quasi del tutto assorbito dalla Lega in Emilia, può però vantare sulla vittoria della sua candidata in Calabria. Il governo Conte riceve dalla sconfitta di Salvini il via libera alla prosecuzione del lavoro potendo contare e continuando a valorizzare le intese con il Sindacato. Mentre tutti i componenti dell’esecutivo, e il PD in particolare, dovranno gestire la crisi strategica dei 5S evitando di maramaldeggiare, come pensa Renzi, col movimento di Grillo, ma favorendo, al contrario, il loro approdo alla sponda progressista, aiutandoli a superare definitivamente l’originario ed errato mantra di “né con la destra, né con la sinistra”.

Per quanto riguarda la sinistra il lavoro da fare per tornare credibile tra chi per vivere ha bisogno di lavorare e’ ancora molto. Troppe persone, alle prese con lavori precari e sottopagati, troppi giovani senza adeguate prospettive di lavoro e incerti sul futuro hanno ritenuto di trovare risposte alle loro preoccupazioni nel populismo della lega che ha fatto della immigrazione e degli immigrati la causa e i colpevoli unici della crisi. Una crisi che ha invece le radici nelle teorie liberiste, nella demonizzazione del ruolo dello Stato, nelle politichesi di austerity dell’Unione europea che ridimensionano l’universalità dello stato sociale (sanità, scuola, pensioni), indeboliscono i diritti dei lavoratori e favoriscono la concentrazione della ricchezza e l’aumento della povertà. Tutti temi ai quali una sinistra socialista europea e concretamente riformatrice deve saper offrire nuove e più adeguate risposte.

Quest’oggi però possiamo accontentarci dello scampato pericolo e della netta sconfitta di Salvini e della destra. Da tempo non capitava e non è un risultato da poco.”

Alessandria, 27 gennaio 2020

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