di Antonio Lettieri da “Eguaglianza & Libertà” – Il riconoscimento del fallimento della vecchia politica è la premessa per definire un nuovo quadro politico basato sull’uso della moneta unica e le prossime elezioni europee potrebbero aprire nuovi scenari. Il deficit fino al 3% stabilito a Maastricht potrebbe ridare spazio agli Stati per gestire la politica fiscale.
La lunga controversia tra l’Italia e le autorità della zona euro è stata risolta all’ultimo minuto. Non è stata attivata la procedura per “disavanzo eccessivo” nei confronti dell’Italia, una misura senza precedenti nell’area dell’euro fin dalla sua fondazione. Dobbiamo chiederci se questo scontro sia stato un semplice incidente di percorso o piuttosto la manifestazione di una rottura del motore che ha dominato l’eurozona negli ultimi due decenni. Vale la pena ricordare che il conflitto aperto dalla Commissione europea contro il nuovo governo italiano riguardava alcuni decimali del deficit di bilancio del 2019. Per collocare la disputa in una prospettiva più ampia, bisogna tornare alla natura delle sfide che hanno caratterizzato l’eurozona nell’ultimo decennio dopo la crisi finanziaria prima esplosa negli Stati Uniti e poi in Europa.
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