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Lettieri: “Per salvare l’Unione torniamo al Trattato”

di Antonio Lettieri da “Eguaglianza & Libertà”Il riconoscimento del fallimento della vecchia politica è la premessa per definire un nuovo quadro politico basato sull’uso della moneta unica e le prossime elezioni europee potrebbero aprire nuovi scenari. Il deficit fino al 3% stabilito a Maastricht potrebbe ridare spazio agli Stati per gestire la politica fiscale.

La lunga controversia tra l’Italia e le autorità della zona euro è stata risolta all’ultimo minuto. Non è stata attivata la procedura per “disavanzo eccessivo” nei confronti dell’Italia, una misura senza precedenti nell’area dell’euro fin dalla sua fondazione. Dobbiamo chiederci se questo scontro sia stato un semplice incidente di percorso o piuttosto la manifestazione di una rottura del motore che ha dominato l’eurozona negli ultimi due decenni. Vale la pena ricordare che il conflitto aperto dalla Commissione europea contro il nuovo governo italiano riguardava alcuni decimali del deficit di bilancio del 2019. Per collocare la disputa in una prospettiva più ampia, bisogna tornare alla natura delle sfide che hanno caratterizzato l’eurozona nell’ultimo decennio dopo la crisi finanziaria prima esplosa negli Stati Uniti e poi in Europa.

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Buon Lavoro a Maurizio Landini

L’Associazione “Labour R. Lombardi” esprime soddisfazione per l’andamento e le conclusioni unitarie del XVIII Congresso Nazionale della CGIL che costituiscono un sicuro punto di riferimento e dovrebbero anche rappresentare un utile insegnamento per la sinistra italiana. Particolari congratulazioni e auguri di buon lavoro a Maurizio Landini nuovo Segretario Generale, eletto a larghissima maggioranza, e alla nuova Segreteria.

Di Landini riportiamo una breve testimonianza che bene illustra il carattere del neo Segretario e di come lui consideri l’autonomia un elemento fondamentale del Movimento sindacale.

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Messaggio al Congresso della CGIL

MESSAGGIO ALLA CGIL dal “Coordinamento per la Democrazia Costituzionale”. 

Alla Segretaria generale della Cgil e al Congresso nazionale della Cgil, Bari 22/25 gennaio 2019

“Care compagne e cari compagni, state concludendo un avvenimento politico e sindacale di grande importanza per le lavoratrici e i lavoratori, per tutto il paese, per il futuro della democrazia del nostro paese. Noi guardiamo con interesse e attenzione ai vostri lavori dall’inizio della vostra campagna congressuale e siamo fiduciosi che la conclusione del vostro congresso nazionale metterà la Cgil nelle condizioni di contribuire come in passato ad affrontare le difficili sfide che il nostro paese deve affrontare.

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Il reddito di cittadinanza come Jobs Act 2

di Mauro Gallegati – “Sbilanciamoci.info” – 2 Gennaio 2019 |
Per come è stato formulata la misura detta “reddito di cittadinanza” non è altro un sussidio temporaneo di disoccupazione con un certo guadagno per le imprese: in pratica un Jobs act 2. La filosofia è la stessa: come aiutare la flex-security senza usare la leva fiscale a fini redistributivi.

Il 2018 è stato un anno orribile per il reddito di cittadinanza, ritirato in quasi tutti i Paesi che lo avevano sperimentato per via di costi insostenibili se non sono accompagnati da adeguate politiche redistributive. Eppure economisti e imprenditori nelle élite della tecnologia lo considerano una risposta adeguata alla disoccupazione tecnologica – le perdite di posti di lavoro causate dall’automazione.

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Piketty: “Trasformare politiche e Istituzioni UE”

Appello promosso da Thomas Piketty e l’elenco dei firmatari – Noi, cittadini europei, provenienti da contesti e paesi diversi, lanciamo oggi questo appello per una profonda trasformazione delle istituzioni e delle politiche europee. Questo Manifesto contiene proposte concrete, in particolare un progetto per un Trattato di democratizzazione e un Progetto di budget che può essere adottato e applicato nella sua forma attuale dai paesi che lo desiderino, senza che nessun altro paese possa bloccare quanti aspirino al progresso. Può essere firmato on-line da tutti i cittadini europei che in esso si riconoscono. Può essere modificato e migliorato da qualunque movimento politico. Dopo la Brexit e l’elezione di governi antieuropeisti a capo di diversi paesi membri, non è più pensabile continuare come prima. Non possiamo limitarci ad aspettare le prossime uscite o un ulteriore smantellamento senza apportare cambiamenti radicali all’Europa di oggi.

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Penna: “CAMBIA IL CLIMA E IL PAESE SI SCOPRE FRAGILE”

“I fenomeni atmosferici di questo autunno che hanno flagellato la penisola, mai così estremi per intensità e diffusione, ci dicono che il cambiamento del clima è in atto e riguarda, insieme al bacino del mediterraneo, direttamente il nostro Paese. A lanciare l’allarme è uno studio internazionale, pubblicato dalla rivista scientifica Nature Climate Change, che rappresenta un monito soprattutto per i paesi del sud del Mediterraneo. Secondo l’analisi – la prima a valutare a largo spettro le conseguenze per chi vive nel mare racchiuso tra Europa ed Africa – la temperatura media è già aumentata di 1,4 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Ciò significa che nella regione i cambiamenti climatici progrediscono ad un ritmo più veloce rispetto al resto del mondo. A livello globale, infatti, la crescita della temperatura è stata, finora, di un “solo” grado. Questa diversa progressione del fenomeno si registra anche ai due poli della terra. Mentre il riscaldamento dell’Artide procede a velocità doppia, l’Antartide conserva una temperatura più fredda. Nell’estremo nord – nei territori di Russia, Canada e Stati Uniti che circondano il Circolo Polare – con il ritrarsi dei ghiacciai, la terra congelata da millenni tende a sciogliersi (permafrost) e i climatologi temono che si liberi in atmosfera una grande quantità di gas serra rimasta per millenni immobilizzata.

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Lombardi e il piano del lavoro 1949-’50 della CGIL

Riccardo Lombardi: “ Il problema dei finanziamenti e l’obiettivo del Piano del lavoro della CGIL” ( da “Rinascita”, febbraio/1950).
Nel 1950 la CGIL lanciava la campagna per il “Piano del lavoro”. Il Piano presupponeva una messa in discussione del modello di sviluppo perseguito dalla DC e dai suoi alleati nel primo quinquennio repubblicano. Un modello di sviluppo teso a privilegiare l’accumulazione privata e la libertà del mercato nel stabilire le priorità di investimento nel Paese. Contro questa visione si scagliò Riccardo Lombardi, uno dei più attivi e competenti difensori del Piano confederale. Nell’articolo che segue, pubblicato su “Rinascita” nel febbraio del 1950, Lombardi confuta l’impianto liberista delle misure economiche portate avanti dai governi De Gasperi e sottolinea le potenzialità di crescita di un piano di intervento statale. Si tratta di un dibattito che, a distanza di quasi 70 anni, risulta utile a capire la vera natura dello scontro in atto oggi tra i sostenitori dell’austerità e chi propone la necessità dell’intervento pubblico come via privilegiata verso la ricostruzione di un’economia al servizio delle persone.

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Ruffolo: “PD, la crisi di un partito senza identità” (22/09/2010)

di Giorgio Ruffolo, la Repubblica, 22 settembre 2010. “C’è chi dice che il Partito democratico non c’è più. C’è chi dice che non c’è mai stato. Sulla sua esistenza grava un peccato originale. Pur di non riconoscersi in una identità socialista questo nuovo partito ha scelto un non-luogo politico esponendosi al rischio, puntualmente verificatosi, di costituirsi come congerie di gruppi e progetti disparati. Parlai allora, esprimendo le mie riserve, di salade niçoise. Il fatto è che le identità politiche non si inventano con brillanti improvvisazioni. Sono storia e memoria, non slogan che degradano la politica in pubblicità. Questa sua condizione di nomade politico si è subito rivelata nella difficoltà di trovare una collocazione politica precisa in Europa e nella pretesa che fossero i partiti socialisti europei a rinunciare alla loro identità in nome di non si sa che cosa.
Ma c’è di più. Il nobile e ambizioso proposito di realizzare la confluenza in una nuova forza politica di due grandi correnti sociali, una sinistra laica e una sinistra cattolica, avrebbe richiesto la elaborazione di un progetto di società come fondamento ideologico del nuovo partito. Il termine ideologia è stato screditato da Marx come «falsa coscienza». E invece, come Bobbio ricorda, deve essere inteso nel suo significato originario, di interpretazione della storia e di ispirazione ideale ed etica della politica. Ora, non si ha neppure la minima traccia, nella breve e tormentata vita del Partito democratico, di un investimento culturale e politico inteso a costruire una ideologia moderna, una proposta di società, un progetto di riforme economiche, istituzionali e sociali capace di concretarla.

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Lettieri: “L’anno che può sconvolgere l’Europa”

di Antonio Lettieri 16/09/2018 (*) –  Le elezioni del Parlamento Ue in primavera indeboliranno ancora, con ogni probabilità, le coalizioni che hanno tradizionalmente guidato la maggior parte dei paesi, alla vigilia dei rinnovi delle principali cariche di vertice. In Italia, nonostante le ambiguità e contraddizioni, il governo giallo-verde gode dell’appoggio popolare. Se davvero attuerà una politica più espansiva sarà un segnale importante. E’ possibile un cambio di rotta sia da noi che nell’Unione.
Nei sondaggi correnti la maggioranza degli elettori si schiera a favore del governo basato sulla coalizione fra Cinquestelle e Lega. Ma se si chiedesse ai militanti di ciascuno dei due partiti della coalizione quale sarebbe stata la sua scelta preferenziale, almeno una parte avrebbe espresso una scelta diversa: l’una a favore di una coalizione chiaramente di destra; l’altra per un’alleanza fra Cinquestelle e Partito democratico. La ragione è chiara. La lega di Salvini è un partito inequivocabilmente di destra. Mentre in una parte dei Cinquestelle, forse la maggioranza, prevale un’inclinazione di sinistra.

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Penna: “LA SINISTRA SENZA POPOLO”

di Renzo Penna – A fine agosto l’ex segretario del PD Walter Veltroni, con un lungo articolo pubblicato con rilievo da “la Repubblica”, è intervenuto nel dibattito politico denunciando la pericolosità del momento e i rischi che corre la democrazia. “Non chiamiamoli populisti – ha affermato – contro questa destra estrema è l’ora di una nuova sinistra”. L’intervento, come era prevedibile, ha suscitato diversi commenti. Il più entusiasta Eugenio Scalfari per il quale “Veltroni ha scritto uno splendido articolo fondato su tre punti capitali: la democrazia, la sinistra italiana, l’Europa”. Nel lungo pezzo alcuni hanno, in particolare, evidenziato le parti che sono suonate maggiormente critiche nei confronti di Matteo Renzi: la denuncia del partito liquido, l’uso del termine rottamazione che “non è una nostra parola, figlia della nostra cultura” e, soprattutto, il giudizio verso il M5S nei cui confronti “la sinistra ha compiuto gravi errori. Ha cambiato mille volte atteggiamento, ha demonizzato… senza capire che molti dei voti andati il 4 marzo ai cinque stelle erano di elettori della sinistra”. Su quest’ultimo aspetto, considerando ineccepibile l’analisi sul movimento di Grillo e la fuga di massa dal Pd, Antonio Padellaro, però, si domanda se davvero Veltroni “può pensare che a quei tanti ex elettori, per ravvedersi e tornare a casa, sarà sufficiente una bella riverniciata al partito di cui egli è stato il fondatore, magari cambiando nome all’insegna? O rimanendo solo in fervida attesa di una ipotetica dissoluzione dei Cinquestelle?”

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