Archivi categoria: Uncategorized

Riccardo LOMBARDI (1901-1984): la condizione della sinistra e del socialismo in Italia nel 30° anniversario della sua scomparsa

Riccardo Lombardi 15,02,1973 - Comitato Centrale PSI, dueLettera-Appello dell’Associazione LABOUR – Il trentennale della morte di Riccardo Lombardi* – 18 settembre 1984 – cade in una fase della vita politica del nostro Paese che impone una riflessione critica intorno alla questione della sinistra e del socialismo in Italia.
Nessuna commemorazione, quindi, che sarebbe, peraltro, detestata da Lombardi, ma una lettura del suo pensiero e della sua proposta politica alla luce degli eventi intervenuti da allora.
Il crollo del muro e la pressoché concomitante distruzione del PSI ad opera della mutazione genetica ha, infatti, portato ad una, tuttora incomprensibile, scelta verso un partito liberal-democratico senza storia e senza memoria. Una scelta che ha connotato una anomalia provinciale tutta italiana. Una scelta che nella versione veltroniana-renziana pensa di trovare un decoro coprendosi a sinistra dietro al compromesso storico berlingueriano a scapito dell’alternativa di sinistra disegnata a suo tempo, appunto, da Lombardi. Continua la lettura di Riccardo LOMBARDI (1901-1984): la condizione della sinistra e del socialismo in Italia nel 30° anniversario della sua scomparsa

Per una reale politica keynesiana in Italia

lavoratori terradi Sergio Ferrari – 9 Settembre 2014, da www.syloslabini.info.In un precedente intervento[1]  si è inteso affrontare le questioni che hanno, via, via alimentato la convinzione della necessità di avviare in Italia una politica industriale sostenuta da interventi pubblici significativi, tanto sul piano quantitativo quanto su quello qualitativo. Aspetti che, in relazione alla crisi economica internazionale e nazionale, non rappresentano la stessa cosa. Una tale politica, proprio perché possa portare a risultati positivi, non può infatti avere solo una dimensione quantitativa. È evidente che l’entità degli investimenti è essenziale, ma a parità di quantità, perché si possano ottenere i necessari risultati sul piano strutturale e temporale, occorre programmare gli interventi tenendo conto delle specificità del nostro sistema produttivo ed economico e del quadro economico esterno con il quale dovrà misurarsi. Continua la lettura di Per una reale politica keynesiana in Italia

Le politiche di austerità e lo specifico italiano

il lavoro primadi Renzo Penna – 4 settembre 2014. “Il governo di Matteo Renzi, forte dei  consensi ottenuti dal PD alle elezioni europee… dovrebbe costruire alleanze per porre al centro delle priorità dell’azione europea il tema degli investimenti nei settori trategicamente più innovativi, con riforme in grado di aumentare l’occupazione, la produttività e realizzare uno sviluppo qualitativo e sostenibile. Al posto di continuare a considerare un tabù il 3% , spezzando il circolo vizioso di una austerità che, senza creare lavoro e sviluppo dell’economia, finisce per non riuscire a tenere sotto controllo neppure il deficit.  “L’Italia è in deflazione, in agosto l’indice dei prezzi al consumo è calato dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2013. Non accadeva dal 1959, ma allora l’economia era in forte crescita. Il circolo vizioso deflazione-stagnazione è già partito: il tasso di disoccupazione nel secondo semestre è risalito al 12,6%, in aumento dello 0,5% rispetto a un anno prima e si stanno perdendo mille posti di lavoro al giorno. Tra i 15 e i 24 anni la disoccupazione è al 46%, mentre al Sud due terzi dei giovani non lavora. Continua la lettura di Le politiche di austerità e lo specifico italiano

Vigevani: “Parliamo allora del Riformismo”

Prima pagina Copertina libro VigevaniPer contribuire al dibattito sul “Riformismo”, riportiamo dal libro “Fausto Vigevani: Il sindacato, la politica” (Ediesse 2014) questo intervento che colpisce per la sua piena attualità. Si tratta di un capitolo estratto dal documento “Riflessioni sulla situazione politica” del giugno 2000, promosso e redatto da Fausto Vigevani e che, in allora, fu condiviso e  sottoscritto anche dai parlamentari socialisti G. Benvenuto, R. Penna, F. Besostri, A. Cabras, L. Besso Cordero, G. Iuliano, G. Murineddo, G. Pittella.

“Parliamo allora del Riformismo
Poiché in queste settimane molti tra i Democratici di Sinistra hanno sottolineato i nostri limiti di riformismo riteniamo necessario e urgente parlarne per una precisa ragione politica attuale. Questa ragione consiste nel fatto che se si vuole vincere alle prossime elezioni politiche, l’ispirazione riformistica deve diventare esplicita e visibile nell’azione del governo e nella iniziativa del centro sinistra e dei D.S. nei prossimi mesi. Sappiamo che la debolezza del riformismo, della sua concezione affonda le sue radici nella storia politica del nostro paese, soprattutto nella sinistra italiana e che le rotture, le divisioni e le contrapposizioni, gli errori e i fallimenti da quella debolezza traggono origine. Continua la lettura di Vigevani: “Parliamo allora del Riformismo”

Zagrebelsky: “Con le “riforme” la politica va al servizio della finanza”

finanza e politicaIntervista a Gustavo Zagrebelsky – da “Il Fatto Quotidiano”, 22 agosto 2014.

Professor Zagrebelsky, che cosa l’ha colpito di più del memorandum 2013 di JP Morgan che presenta notevoli somiglianze con l’agenda di Matteo Renzi?

Prim’ancora del contenuto, del quale un po’ si è discusso, mi impressiona il fatto stesso che quel documento sia stato scritto. E che la sua esistenza non abbia suscitato reazioni. Non fa scandalo che un colosso della finanza mondiale parli di politica, istituzioni e Costituzioni come se queste dovessero rendere conto agli interessi dell’economia: rendere conto, non solo ‘tener conto’.

Continua la lettura di Zagrebelsky: “Con le “riforme” la politica va al servizio della finanza”

Luciano Gallino: “QUATTRO ANNI SPRECATI”

Il crollo del Pilla Repubblica, 19 agosto 2014 –  Il rapporto debito pubblico-Pil sta viaggiando verso il 140 per cento, visto che il primo ha superato i 2100 miliardi. Questo fa apparire i ministri che si rallegrano perché nel corso dell’anno saranno di sicuro trovati tre o quattro miliardi per ridurre il debito dei tristi buontemponi.

“I governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi saranno ricordati come quelli che hanno dimostrato la maggiore incapacità nel governare l’economia in un periodo di crisi. I dati sono impietosi. Dal 2009 ad oggi il Pil è calato di dieci punti.Qualcosa come 160 miliardi sottratti ogni anno all’economia. L’industria ha perso un quarto della sua capacità produttiva. La produzione di autovetture sul territorio nazionale è diminuita del 65 per cento. L’indicatore più scandaloso dello stato dell’economia, quello della disoccupazione, insieme con quelli relativi alla immensa diffusione del lavoro precario, ha raggiunto livelli mai visti. La scuola e l’università sono in condizioni vergognose. Sei milioni di italiani vivono sotto la soglia della povertà assoluta, il che significa che non sono in grado di acquistare nemmeno i beni e i servizi di base necessari per una vita dignitosa. Continua la lettura di Luciano Gallino: “QUATTRO ANNI SPRECATI”

Riformare la Costituzione con Verdini?

Il ventennio di DeaglioCommento, aggiornato, di Renzo Penna al libro di Enrico Deaglio “Indagine sul Ventennio”

– All’inizio del Ventennio il tasso di disoccupazione era al 10,6 per cento, fece segnare il minimo nel 2007 (6,1 per cento) e continuò poi a crescere sino al 12,2 per cento del 2013.
– Nel 1994 quasi 6 milioni e mezzo di persone vivevano in condizioni di povertà, l’11,5 per cento della popolazione. Nel 2012 erano più di 9 milioni e mezzo, il 15,8 per cento.
– All’inizio la pressione fiscale incideva per il 40,77 per cento, nel 2012 per il 44 per cento.
– Le pensioni minime passarono dalle 602.350 lire al mese del 1994 ai 495,43 euro del 2013.
– Nel maggio 1944, quando si insediò il primo governo Berlusconi, lo spread era a 340 punti base; raggiunse il record minimo, sotto i 50 punti base, nel 1998 con l’ingresso dell’Italia nell’Unione monetaria (governo dell’Ulivo). Nel novembre 2011, nei giorni che portarono alle dimissioni anticipate di Berlusconi, il picco massimo: 575 punti base.
– I cittadini di origine straniera residenti in Italia erano mezzo milione del 1994, vent’anni dopo se ne contavano almeno cinque milioni.

Naturalmente il “Ventennio” è quello berlusconiano (1994-2014) raccontato da uno dei migliori giornalisti italiani, Enrico Deaglio, nel suo libro più recente: “Indagine sul Ventennio” (Feltrinelli Editore – marzo 2014) e i dati di raffronto tra l’inizio e la fine del periodo, sopra citati e riportati nel volume, meglio di tante analisi, ci dicono cosa sia stato e abbia significato per il Paese quel periodo. Continua la lettura di Riformare la Costituzione con Verdini?

Matteo Renzi – Il re è nudo

PhotoHandler.ashxdi Antonio Lettieri da “insight” – La crisi dell’eurozona ha assunto un carattere strutturale. Fra la Germania e la maggioranza dei paesi dell’eurozona si è creata una spaccatura incolmabile.

Matteo Renzi in Italia come in Europa non trascura mai di sottolineare con orgoglio il suo indiscutibile successo elettorale alle elezioni europee. La spiegazione, se vogliamo trovarne una non casuale,sta nel fatto che, differenza di altri governi usciti sconfitti dalla prova elettorale, il neonato governo di Renzi non poteva essere considerato complice delle sciagurate politiche europee. Renzi si è presentato come uomo nuovo, un outsider della politica, deciso, secondo uno slogan fortunato, a “cambiare verso” alla politica italiana ed europea. Un compito certamente ambizioso.

Continua la lettura di Matteo Renzi – Il re è nudo

Labour sostiene il referendum per eliminare dalla Costituzione il pareggio di bilancio.

Stop AusteritàL’Associazione Labour intende sostenere la campagna referendaria “Stop austerità” affinchè vengano eliminati dalla nostra Costituzione i riferimenti a normative “stupide” e di ottusa austerità quali quelle che prevedono il pareggio obbligatorio di bilancio: il cosiddetto Fiscal Compat, introdotto nella nostra Carta Costituzionale il 20 aprile 2012 con una larghissima maggioranza. Aderiamo quindi ai quattro quesiti referendari avanzati dal Comitato promotore per cambiare la legge 243 (www.referendun243.it).
Sentiamo, nel contempo, la necessità di invitare i neo eletti della sinistra al Parlamento Europeo perchè, in quella sede, vengano assunte posizioni conseguenti e, in particolare,  vengano portati avanti indirizzi e decise scelte di politica economica e sociale tali da ridurre ed eliminare i divari qualitativi e quantitativi oggi esistenti tra le diverse Nazioni della Comunità. Differenziali di sviluppo che penalizzano, soprattutto, il nostro Paese. Di seguito, in dettaglio, i quattro quesiti referendari. Continua la lettura di Labour sostiene il referendum per eliminare dalla Costituzione il pareggio di bilancio.

Libertà e uguaglianza per l’identità della sinistra

fotoVdi Carlo Patrignani – l’Unità.it, 26 giugno 2014
Si é di sinistra in quanto si ha come parametri della propria identità, della propria cultura, dei propri ideali e base della costruzione di programmi e progetti: la libertà e l’uguaglianza, due valori essenziali che definiscono l’identità di sinistra, che, va detto per inciso, non la dà un gruppo dirigente; il gruppo dirigente ha l’obbligo di predisporre le condizioni per costruirla, ma deve sapere che l’identità, oggi più che mai, é un fenomeno che non é circoscrivibile da un gruppo dirigente ristretto che poi la trasmette.
Dopo di che, occorre subito riconoscere che il riformismo é debole, perché debole e incostante é il suo collegarsi ai valori. Ma ciò indebolisce la politica, la rende estranea, lontana, autoreferenziale. Da quest’idea della politica, da questa crescente lontananza e autoreferenzialità, traggono origine il disinteresse se non l’ostalità da parte dei cittadini e l’astensionismo crescente degli elettori.

Continua la lettura di Libertà e uguaglianza per l’identità della sinistra

Associazione LABOUR R. Lombardi – "Per una società di liberi e eguali"