Ha salvato l’euro, ma sempre sostenendo come contropartita il deleterio binomio austerità- riforme strutturali, che hanno fatto dell’Europa la zona a più bassa crescita e più alta disoccupazione del mondo sviluppato. Solo se questa politica cambierà sarà possibile risollevare l’economia
L’atteso discorso di Mario Draghi del 12 settembre non ha comportato particolari sorprese, ma può essere di stimolo al cambiamento di alcuni aspetti della poltica economica dell’eurozona. Nelle ultime settimane era stato previsto che avrebbe annunciato una ripresa del Quantitative easing (l’acquisto di titoli pubblici e, in parte delle imprese, da parte della Banca centrale). Secondo le previsioni si sarebbe potuto trattare di una cifra fra trenta e quaranta miliardi mensili. La disponibilità sarà invece solo di venti miliardi, ma in compenso la misura non ha limiti temporali predefiniti, essendo destinata a durare fin quando l’inflazione media si sarà avvicinata alla soglia del 2 per cento.
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